Nonostante quello che si piò immaginare, la parte più difficile di una spedizione così impegnativa è la preparazione.
Un viaggio così lungo va organizzato nei minimi dettagli. La preparazione ha richiesto un tempo di oltre sei mesi.
La parte burocratica è stata senza dubbio quella più complicata.
Ovviamente particolare attenzione è stata data alla preparazione dei veicoli.
Il reparto sperimentale dell’Iveco guidato da Roberto Gili ha fatto un lavoro fantastico. I due Massif sono stati dotati di tutti gli strumenti necessari per affrontare i terreni più impegnativi del pianeta.
Nella parte anteriore montano un paraurti rinforzato ed un verricello in grado di spostare un peso tre volte maggiore di quello del veicolo stesso. Tutti gli elementi più esposti sono stati coperti da protezioni dedicate. E’ stata fissata al portellone posteriore una tanica per il trasporto del gasolio supplementare per poter superare i lunghi trasferimenti nelle zone africane in cui è difficile reperire il carburante. Sul tetto è stato montato un portapacchi che permetterà di volta in volta di caricare il materiale sportivo cha andrà poi distribuito ai bambini nelle varie tappe lungo il percorso. Il filtro dell’aria è stato collegato ad uno snorkel che si rivelerà utile per oltrepassare i guadi che incontreremo nell’Africa centrale durante la stagione delle piogge. Sotto i sedili anteriori sono state installate due batterie collegate in serie in grado di garantire un continuo apporto elettrico al veicolo ed alle tre prese interne a 12 volt utilizzate per alimentare tutti gli apparati elettrici che varranno utilizzati nel corso della spedizione. Nullla è stato lasciato al caso. Prima di consegnare i due fuoristrada il team Iveco ha effettuato un ulteriore controllo di tutte le parti meccaniche e di tutti i livelli ed è stato effettuato un ulteriore collaudo per garantire quell’affidabilità necessaria per portare a termine il viaggio fino sulla punta estrema dell’Africa.
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